MESSA A TERRA IMPIANTO ELETTRICO
La messa a terra è l'insieme di iniziative il cui scopo è ridurre e possibilmente azzerare il rischio che si formino differenze di potenziale tra i dispositivi fuori terra e la superficie. La messa a terra dell'impianto elettrico è invece, nello specifico, l'insieme di iniziative di questo tipo che coinvolgono, al medesimo scopo, un impianto elettrico.
La messa a terra dell'impianto elettrico è una pratica necessaria, in quanto capace di garantire la sicurezza dei locali ed evitare il rischio di folgorazione (eventualità che, come da senso comune, è potenzialmente fatale). Anche perché il pericolo che si formino differenze di potenziale, le quali a loro volta generano elettricità, è tutt'altro che peregrino: è sufficiente un cortocircuito o l'esposizione diretta ai fulmini per caricare elettricamente dispositivi di uso comune, come per esempio gli elettrodomestici.
La messa a terra prevede, tra le altre cose, l'installazione di dispersori che colleghino l'impianto al terreno. Tali dispersori possono essere composti da:
- Picchetti in rame o acciaio zincato, fissati nel suolo per una profondità di uno o due metri;
- Cavi in rame non isolato, posati a una profondità superiore al mezzo metro.
Strutture in cemento armato, a patto che le caratteristiche dell'immobile siano compatibili con questa soluzione. Il calcestruzzo armato (è questo il suo nome ufficiale) è infatti un dispersore naturale. Tale soluzione è particolarmente efficace per la dispersione del potenziale causato da scariche atmosferiche, ossia dai semplici fulmini.
La normativa
La legislatura si è occupato a più riprese della sicurezza dei locali destinati all'utilizzo umano, anche per ciò che concerne la messa a terra. La normativa più recente, comunque, è contenuta nel Decreto-legge n. 81 del 2008.
Esso stabilisce che la messa a terra deve consentire una differenza di potenziale mai superiore ai 20 V negli ambienti ordinari e mai superiore ai 25 V negli ambienti particolari. Con questo termine, per inciso, si indicano locali specifici come quelli a uso medico e i cantieri edili.
Il legislatore inoltre dispone l'obbligo di procedere alle verifiche dell'efficacia della messa a terra per i locali destinati all'attività lavorativa e per i condomini. Nel primo caso, la norma di riferimento è contenuta nel Decreto del Presidente della Repubblica n. 462 del 2001. Nel secondo caso, la norma di riferimento è la nota del Ministero delle Attività Produttive del 25 febbraio 2005 (protocollo 10723).
La messa a terra dell'impianto elettrico è una pratica di fondamentale importanza per garantire la sicurezza dei locali residenziali, civili e industriali.